Un artista della Milano del neoumamesimo che trasforma la gioia in disciplina umanistica.
Il Periodo Neo-Umanistico
C’è un momento, nella Milano iperconnessa e un po’ stanca, in cui l’umanesimo torna a farsi voce, e lo fa attraverso la risata. Non quella sguaiata da social network o quella nervosa da pausa caffè, ma la risata che nasce dal silenzio, si nutre di respiro e diventa canto. È questa la via proposta da Gianni Ferrario, artista poliedrico e maestro di vitalità, nel suo progetto di venti puntate dedicate alla gioia come disciplina quotidiana.
Ferrario ci accompagna in un percorso che, partendo da “un po’ di auto-ironia per contrastare seriosità e depressione”, si apre come un ventaglio di spunti sapienziali, dove ogni episodio è una doccia energetica per l’anima: “Il sorriso interiore”, “Come far decollare la giornata”, “Ridere è una cosa seria — chiedetelo al sistema immunitario”. Non è solo intrattenimento: è filosofia incarnata, metodo di rigenerazione personale, declinato secondo una sapienza orientale rielaborata nel registro meneghino, pragmatico e luminoso.
Dopo aver assistito molteplici aziende importanti, ha creato una serie di podcast, reperibili sul suo sito - " https://terapiadellarisata.it " brevi e densissimi, si offrono come pillole di umanità da gustare all’inizio della settimana — un lunedì finalmente degno del suo nome. Ogni incontro comincia con un canto che scalda il cuore, poi la voce dell’autore guida l’ascoltatore fra aneddoti, esperimenti collettivi, citazioni, risate contagiose e frammenti di vita vissuta. La leggerezza diventa metodo pedagogico, la musica un collante di anime.
Nel vivo dell’esperienza, nei suoi spettacoli Live che tiene in circoli culturali, club e sedi aziendali come esperienza di intervallo di motivazione delle persone, Ferrario rievoca l’antica confraternita dei monaci buddhisti che sollevavano il morale dei villaggi con la risata. Da quel gesto arcaico, quasi sacrale, si passa a un laboratorio di vitalità dove la gioia si fa energia tangibile, immediata, circolare.
Il momento conclusivo, nel programma tenutosi ieri presso l'associazione "I ricostruttori" di Milano via Turro, — un canto corale che attraversa la lirica della Turandot e la corale del "Và pensiero" fino ai canti degli Alpini e quelli popolari lombardi, romaneschi e napoletani, — hanno suggellato l’unità nella molteplicità: la voce di ciascuno diventa la voce di tutti. Non più spettatori, ma parte di un unico respiro.
Alla fine, la sensazione è quella di aver partecipato a un rito laico di purificazione, dove il ridere diventa un atto politico, una forma di resistenza morale, una liturgia del presente. Ferrario, con tono gentile e determinato, ci ricorda che il buonumore è una scelta di civiltà. E mentre le note finali si dissolvono nel sorriso, resta un’eco che continua a vibrare — non per una settimana soltanto, ma forse per sempre.
Ermanno Faccio
Note su Ermanno Faccio
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Autore e recensore d’arte, unisce poesia e tecnica nelle sue riflessioni su arte, architettura e spirito umano.Mediatore interculturale e viaggiatore in 45 Paesi, promuove l’ascolto empatico come via di consapevolezza e rinnovamento interiore.
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